lunedì 20 settembre 2010

L'uscio


L'altro giorno so andato a trovà la mi zia in San Giusto. Mi chiama e mi fa: "Vieni bimbo a trovammi che un ti si vede mai, se no poi io moio e un ti vedo più".

Deh, per un avella sulla ‘oscienza m'è toccato andà. Sicchè arrivo sotto 'asa sua e ir campanello un c'era, ar telefono un rispondeva e allora iniziò a sbraità: "ZIA, ZIA, ZIAAA!".

Nulla, alla fine mi rompo ir cazzo e gli busso ma deh, sarà che ero incazzato ma, per la troppa foga gli incrino un vetri. Lei allora all’improvviso esce fori e mi sgrida: "Oh bimbo ma cosa bussi, entra no!"

Già, io entro, e un faccio in tempo a mettemmi a sedè che lei è già li che si lamenta che è sorda, che c'ha i dolori alla vita, che c'ha il ‘polisterolo’ arto ner sangue...e infine che di vesti tempi a San Giusto c'è pieno di negri che rubano nelle 'ase e che hanno rubato dappertutto artro ‘e nella sua! Gli fo' io; "Deh zia, allora chiudi cor chiavistello e comprati una porta bella robusta!" E lei: "Eh si hai ragione...ma che voi fa'; ir mi canino s’è imprati’ito ad aprì quell’uscio ‘olla zampina e se glielo ‘ambio poi un riesce più a entrà in casa poera bestia". E poi oh, continua lei, "A me l’usci di ora un mi garbano mia: per entrà in casa ci voglion troppe chiavi e io son cea e un lo vedo mia ir buo. E se poi mi scappa di piscià e son fori a chiacchierà me la faccio anco addosso! Invece quest’uscio vi basta spingello un gocciolino e sei già dentro sur vaso".

Io sorrido e ner mentre penso a tutte velle vorte che m’è toccata falla ner prato fori ‘asa mia. E ancora, continua lei, tutta ‘nfervorata: "Quest’uscio vi l’ha fatto ir mi marito, un sarà siuro ma t’avverte sai e mi fa compagnia". "T’avverte??" di'o io. "Si si, t’avverte perché quando passano l’aeri inizia a cigolà tutto prima che tu li veda arrivà, e lo stesso quando passano i treni e i cami. E poi se entra in casa uno un avè paura che lo senti, sembra di esse in uno di vei firme der terrore come quelli di ‘oso li…oh come si chiama…ah Aicò ( Si insomma, volevà dì Iccicoc )!". "Deh allora zia sei apposto", Di'o io scherzando, "Se arriva un ladro lo senti e scappi via".

Insomma la mi zia ha 87 anni, ha preso ‘asa in San Giusto quando ancora c’erano i campi, ma ora s’è ritrovata ad esse ner mezzo alla città, ma come tutti i ‘ontadini è rimasta abituata a considerà l’uscio di ‘asa un po’ ‘ome un pezzo di legno che serve solo a proteggessi dar riscontro. Fatto sta che a un certo punto decido di arzammi e faccio per andà via, m’avvicino all’ingresso e mi ricade l’occhio su quell’uscio tutto ciondolante e vecchio e gli rifò alla mi zia: "Oh zia dai su, ora dio a babbo che ti venga a mette una porta ammodino", Boia deh l’avessi mai detto, lei mi si rigirà di brutto e mi fa: "Oh Damianino, 50 anni fa un esisteva nemmeno che la gente t’entrasse in casa per rubatti la roba, e se oggi l’omini sbagliano io mia posso adattammi a loro e rinchiudemi in casa come in carcere, e poi oh, se entra quarcuno vi un c’è nulla da portà via e io ar massimo gli farò un caffè armeno chiacchiero con quarcheduno ogni tanto, vai vai!"

(ReDs)

1 commento:

  1. bellino questo post Damianino! anche la mi mamma stava in san giusto...quando c'erano i campi!

    un bacino

    La Bruni

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